giovedì 9 luglio 2009

Lavorare Oggi n° 7 - Giugno Luglio








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Lavorare Oggi n°7 – Giugno/Luglio - 09 (per info visita il nostro
blog:ambientelavoroggi.blogspot.com)
Cicloscritto in proprio dei Lavoratori Amsa - Milano
FIRMATO CON AMSA L'ACCORDO
DI 2° LIVELLO COSI' DETTO
“QUADRO”
L' accordo, nei contenuti, presenta luci,
“ombre” e “silenzi” che si potrebbe, dal
nostro punto di vista, riassumere così.
1° Il Piano Industriale di A2A per Amsa
reca in se le positività seguenti:
La premessa
in uno dei passaggi più importanti
recita testualmente che nell'ambito
del: “ GruppoA 2A, sono previsti
importanti investimentni nel settore ed
anche per AMSA S.p.A. Sono
pianificate alcune importanti
realizzazioni ipiantistiche. ln
particolare il piano di investimenti
predisposto da Amsa prevede, nel
quinquennio 2009-2013 un importo di
oltre 400 Mlo €, suddivisi in circa 320
Mlo € per iniziative di sviluppo e circa
85 Mlo € per attività di mantenimento
e miglioramento delle attuali strutture,
di cui oltre 40 destinati al
mantenimento e miglioramento del
parco veicolare,
ed è riconfermata la volontà di
costruire un nuovo termovalorizzatore
appena ottenute le necessarie
autorizzazioni da parte delle
competenti istituzioni.Viene inoltre
confermato l'impegno a mantenere
all'interno della società il ciclo
integrato dei rifiuti, nella convinzione
del valore strategico che tale scelta
ha per il futuro sviluppo dell'azienda”.
E queste sono “luci”. Rimangono
tuttavia le “ombre”, frema restando la
disponibilità politica dichiarata più
volte
dall'Azienda, sulla futura gara
d'appalto dopo il 2010, su cui le forze
politiche che governano Milano non
hanno saputo dare ne risposte ne
garanzie a domnda precisa fattagli
dalle OO.ss confederali.
C'è poi un'altra “luce” che si è riaccesa
su cui bisogna dare atto a tutte le parti
sociali (Azienda e OO.ss) per la
volontà-capacità di fare sintesi sul
passaggio automatico dal 1° al 2°
livello per i “nuovi” arrivi in Amsa S.p.A,
seppur con un accordo “separato”, e con
tempi più lunghi (rispetto a prima) e
modalità più “attente”, questi lavoratori
hanno possibilità di sviluppo, anche dal
punto di vista salariale: circa 270 euro in
più. Poi c'è una serie di situazioni nel
contesto dell'accordo di cui stiamo
parlando, per i nuovi arrivati in Amsa
S.p.A. a perdere, che vanno dalla mensa
al Fidas (ma qui vengono toccati anche i
“vecchi”) poiché versare la stessa somma
quando i dipendenti da 2800 diventano
3500 circa non è proprio la stessa cosa.
E' chiaro che cambiano le condizioni per
tutti, vecchi e nuovi. Però su questo tema
si dovrà comunque pronunciare
l'assemblea straordinaria dei Soci Fidas.
Noi continuiamo a sostenere che gli
accordi di 2° livello hanno la funzione appunto,
“secondaria” e resta ferma
l'imprescindibilità dei CCNL. Alla trattativa
di 2° livello, semmai, gli si da la funzione
d'integrazione di obbiettivi di miglior
favore per i lavoratori, non conseguiti con
i rinnovi dei CCNL. I bilanci aziendali sono
problemi Menageriali e l'andamento
dipende, appunto, da quanto sono bravi o
capaci questi ultimi e da quanto si vuole
investire. Noi non pensiamo minimamente
che un accordo di 2° livello possa
modificare, in peggio, ad esempio, le
modalità di assunzione previste dal
CCNL.Pensiamo inoltre che la politica e
l'economia milanese e/o lombarda
abbiano le risorse sufficienti affinchè
Amsa S.p.A. (una vota assorbite Amsa 2
e Amsa3) mantengano l'appalto. La
politica dei tagli (do a te l'appalto perchè
costi meno) non paga poiché, e
dimostrato, rende Servizi, peri cittadini, di
scarsa qualità. Amsa, secondo noi, ha
risorse di professionalità da vendere,
nonché un enorme umanità nei confronti
dei cittadini.Quello che è mancato, a
nostro avviso, sono stati, in questi anni, gli
investimenti.
Diciamo dove: Parco macchine, Officine,
non vi è più stato nemmeno il tour-nover,
Personale da adibire a mansioni per i
servizi esterni (raccolte, stradale ecc).
Se ciò viene realizzato non dobbiamo
temere nessuno!
Dicevamo dei “silenzi”: I silenzi sono
che le OO.ss tutte non dicono
chiaramente che a seguito
dell'incorporazione di Amsa in AEM
Amsa S.p.A. non “esiste” più. Prova ne è
che nel Consoglio di Amministrazione di
A2A (Sede di potere decisionale) Amsa
non ha un proprio rappresentante, e le
“garanzie” di cui parlavamo prima
date dai nostri direttori lasciano il
tempo che trovano, poiché le
esternalizzazioni A2A, in AMSA le sta
Facendo: vedasi gli “inadeguati”
volantini e/o comunicati delle OO.ss
(tutte). Va bene l'informazione ma
l'azione sindacale dove? Chi ci spiega
che fine faranno i lavoratori che stanno
per essere esternalizzati (?)...O forse e
più importante sistemare qualche
“amico” quadro a fare il capo
diparttimento o nel “palazzo di vetro”
prima della tempesta che sta per ca=
dere sopra le teste dei lavoratori che ci
lavorano dentro (?). E le Officine ?(in
cui non c'è personale in numero
adeguato) . O Il personale addetto ai
servizi esterni?
A cui negano ormai tutto: ferie,
permessi,etc...fino al parco macchine
con cui espletare i servizi, ridotto ormai
ai minimi termini!!
No! I comunicati, di fronte a questi
silenzi” lasciano i dubbi di cui sopra.
Un sindacato, normalmente, indice
un'assemblea e, assieme ai lavoratori
decide forme di lotta adeguate; non
escludendo il ricorso allo sciopero. I
comunicati non sono minimamente
efficaci! A2A invece, è determinata nella
sua azione, nel suo perseguire, con le
esternalizzazioni che ha iniziato a fare
gli obbiettivi che si prefigge, quelli non
dichiarati nell'accordo di cui sopra
siglato dalle sigle sopra riportate
D. Quarta
Una nuova organizzazione degli
itinerari (Zone)
Sono ormai molti anni( nel mio caso
dal '78),che gli itinerari sono quasi
simili. All'inizio,quando non esisteva la
raccolta differenziata,le cose erano
in apparenza più semplici, in quanto
la città era più piccola e meno
caotica.Ora. con molte tipologie di
servizio,tutto viene reso più
complicato.La soluzione potrebbe
essere, quella di rivedere tutti i vari
percorsi.Questo con l'aiuto e la
collaborazione di : cittadini, negozianti
di varie categorie interagendo con
l 'A.T.M. , gli automobilisti, e
vigilanza urbana. Bisognerebbe ad
esempio, evitare passagi negli orari
di punta, in vie e piazze interessatie
da mercati rionali.Evitare, per
esempio,che nella stessa via,dove
passa un tram,di fare 4/5
La sit
Lavorare Oggi n. 6 – 2009 – pag. 2
Continua – Una nuova
organizzazione degli itinerari
(Zone)
tipi di raccolta sui due lati della
strada.Fare orari e giorni diversi,usare
mezzi più agili e meno
ingombranti,creare spazi liberi per
facilitare la raccolta,evitando così di fare
danni alle auto.La città e i cittàdini non
devono essere i nostri nemici e vice
versa.Questo non è semplice anche per
la presenza di cantieri di vario genere e
costruzioni di nuovi quartieri,che
rendono ciò complicato.Un'azienda
come la nostra,deve dimostrare,per
essere la prima nel settore, di far valere,
in modo correto, le proprie istanze, in
modo particolare, con chi governa
Milano.Questa potrebbe essere
un'opportunità per assumere del
personale,è investendo anche nel così
detto capitale umano,che si può
migliorare. La nostra dirigenza,deve
darsi una scossa e, quelli citati, sono
solo esempi, non gli unici, per migliorare
il servizio e per avere meno disagi per
tutti.Per realizzare tutto questo
bisognerebbe ascoltare le voci,di tutti i
protagonisti, anche i più umili, in quanto
chi lavora in mezzo alla strada, paga le
consequenze,di un servizio non
organzzato nel modo più consono ed
efficente per tutti.
A. Banfi
NELLE STANZE AZIENDALI
Il sistema clientelare è stato la forma, il
metodo, attraverso cui si è da sempre
generato, ideato, nella nostra azienda
l'avanzamento di carriera. Queto sistema
è stato funzionale al sidacato come
ostentazione del fatto che esso esisteva
ed abitava anche in posti di rilievo in
ambito aziendale. Un posto nelle stanze
aziendali poteva essere una possibilità
non remota, specie se facevi parte
dell’apparato burocratico sindacale. Oggi
con la nascita delle Multiutility, termine di
origine inglese con la quale si
identificano aziende a carattere pubblico,
privato o misto,che si dedicano
all'erogazione di diversi servizi pubblici, il
sistema clientelare difficilmente reggerà,
anzi, probabilmente pagherà il suo
debito,quantomeno sarà ridimensionato
ai minimi termini; al posto delle poltrone
ci saranno un paio di sgabelli. Basta
soffermarsi e riflettere sulle sproporzioni
esistenti nella nostra azienda che questo
sistema ha prodotto; squilibri che
esistono nei numeri e nei termini che
diversificano i livelli professionali. Oppure
basta leggere alcuni volantini che le
organizzazioni sindacali rendono pubblici
per rendersi conto che, attraverso una
lettura politica-sindacale, quello che fino
a ieri sembrava impossibile, o quasi, oggi
invece addirittura i lavoratori ricevono
inviti nelle sedi sindacali, o partecipano a
vertenze per acquisire i livelli,che
tranquillamente se ci fosse stata la
volontà piena sindacale avrebbero potuto
e dovuto garantire ai lavoratori già in
principio. Viene da dire certo, meglio tardi
che mai. Ma queste situazioni sono figlie
delle politiche clientelari sindacali che da
sempre inquinano i rapporti considerabili
corretti. Oggi il sindacato ed il sistema
clientelare sono due facce della stessa
medaglia e non le puoi dividere, sono
complementari, separandole, non
possono sopravvivere l’una all’altra, solo
a fronte di un cambiamento anche
parziale inizialmente, ma continuo ed
efficace nell’immediato, il sindacato potrà
ritrovare la sua credibilità nei confronti dei
lavoratori. In questi cambiamenti del
mondo del lavoro, ad esempio nella
nostra realtà, bisogna dirlo, l’azienda è
legittimata ad affermare tutti i suoi
programmi, avendo ricevuto il benestare
del sindacato, è motivata nelle sue
decisioni. Qualcuno evidentemente si
sarà aggrappato l’ultima poltrona
disponibile, sperando che invece gli si
riveli poi davanti agli occhi uno sgabello.
M. Quarta
SICUREZZA E D'INTORNI
Noi lavoratori dell’officina
primaticcio siamo attoniti e
amareggiati per la lettera di
rimprovero ricevuta da un nostro
collega. Ancora una volta la sicurezza
sul lavoro soccombe davanti
all’incapacità dimostrata di gestire
l’officina e la produzione. A farne le
spese è, come al solito, un lavoratore,
che per il solo fatto di avere più volte
evidenziato la “mancata condizione
per potere lavorare in sicurezza”,
ha ricevuto la lettera di ammonizione
con la motivazione “si è rifiutato”.I
corsi per la sicurezza sul posto di
lavoro, che tutti noi abbiamo fatto,
servono per diminuire i rischi di
incidenti sul lavoro o soltanto per
scaricare le responsabilità, come al
solito, sui lavoratori ? Noi,
comunque, continueremo a fare il
nostro lavoro e ad evidenziare tutte
le pecche e i problemi infiniti delle
officine.
I Lavoratori dell'officina
Primaticcio
Un libro
che “fa arrabbiare” dx e sx
I sindacati sono oggi nel pieno di una
profonda crisi di legittimità, che rischia di
cancellare anche i loro meriti storici.
L'autore sostiene che lo strapotere e
l'invadenza delle tre grandi centrali
confederali, e le sempre più scoperte
ambizioni politiche dei loro leader,
hanno prodotto nel paese un senso di
rigetto. Lo documentano i più recenti
sondaggi d'opinione: solo un italiano su
venti si sente pienamente rappresentato
dalle sigle sindacali e meno di uno su
dieci dichiara di averne fiducia.
L'immagine del sindacato come di un
soggetto responsabile, capace di
interpretare gli interessi generali, si è
dunque dissolta. E ha lasciato il posto a
quella di una casta iperburocratizzata e
autoreferenziale che ha perso via via il
contatto con il paese reale, quello delle
buste paga sempre più leggere e delle
fabbriche dove si muore troppo spesso.
Un apparato che, in nome di una
concertazione degenerata in diritto di
veto, pretende di avere l'ultima parola
sempre e su ogni cosa. Che si presenta
come il legittimo rappresentante di tutti i
lavoratori. Ma bada in realtà solo agli
interessi dei suoi iscritti, che valgono
ormai meno di un quarto dell'intero
sistema produttivo nazionale. E perciò si
mette puntualmente di traverso a
qualunque riforma in grado di mettere in
discussione uno status quo fatto di
privilegi.